martedì 29 dicembre 2015

Psichiatria.

Ho ritrovato questo riassunto di quello che è stato il mio ricovero nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Piacenza. Un'avventura che mi ha cambiata, dove ho avuto l'onore di vedere le cose da un punto di vista non mio e dove ho imparato molte cose. Psichiatria è un altro mondo, è completamente assurda. Si può trovare di tutto e di più ma non la auguro davvero a nessuno, hahahaha!



Giorno uno in psichiatria: Dopo essermi quasi uccisa con Xanax e Mastrolindo alla lavanda (davvero schifoso!), sono stata ricoverata. Eccomi qui tra altre sette persone come me.
I medici e gli infermieri sono simpatici e la mia compagna di stanza è forte! Gli altri pazienti sono molto taciturni.
Non so quanto tempo rimarrò qui ma voglio stare meglio. Ho perfino mangiato! Mi hanno dato un calmante blando.
La mia "coinquilina" ha un disturbo bipolare e gli altri dio solo sa cosa. Sembrano dei fantasmini.
Ora vado a nanna, va.

[...]

Oggi è lunedì. Sono fuori e mi sono persa la scrittura delle mie impressioni, là dentro. 
Era tutto così folle, Aziz che cercava le sigarette ovunque e non proferiva parola se non per chiederne. Denise e la sua troppa empatia e il suo desiderio di stare bene e il suo sorriso raggiante.
Carla e la sua convinzione di stare bene, di non aver alcun problema, il suo non prendere le pillole e il suo cianciare continuo. L'orso yoghi e i suoi occhi folli e immensamente tristi. 
Fabio e il suo sorriso dolcissimo e la sua premura e il suo cercarmi anche solo per fumare insieme. Franca e la sua risata titubante e la sua voglia di conoscermi, conoscere il figlio e vedere la luce alla fine del tunnel.
Marco, così forte e così delicato, con il suo libro, la sua musica e i suoi discorsi.

E poi lei, Barbara, la fiamma. La follia, la gioia, il piacere, la premura, l'amore, la solitudine. Barbara non camminava, fluttuava. Non mangiava, assaporava. Non scriveva, non dipingeva ma si mostrava.
Barbara, capelli rossi e spalle tremanti. Barbara e i suoi sorrisi. Barbara e la sua sincerità. Barbara e i suoi brividi. 

[...]

E c'era Veronica. Veronica è nata lì e da lì è volata. Via dalle grondaie, come diceva sempre Carla. Veronica c'è adesso. Veronica è qui. Veronica sta scrivendo, la mente in gara per una maratona infinita e le mani che scorrono veloci sul telefono.

Veronica sono io e mi fermo incantata ove gli altri lanciano solo uno sguardo annoiato.

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