sabato 5 dicembre 2015

Di righe datate e vecchi quesiti.

Alle volte, non ti capita di vacillare? 

Di provare qualcosa che non riesci nemmeno ad esprimere perché è troppo straziante? 
Ci svegliamo e facciamo le nostre cose e stiamo nei nostri miseri ambienti. Leggiamo libri e carpiamo e cogliamo dettagli ma continuiamo a sentirci vuoti, tormentati da mille quesiti e abbiamo risposte senza domande effettive.

Ci fermiamo, non riusciamo a capire, non riusciamo a dormire e c'è qualcosa, qualche dannato dettaglio, che ci sfugge. Ci addormentiamo fissando il buio e, puff, ci svegliamo di nuovo con ancora più dubbi e facciamo le nostre cose -monotone e squallide- e non troviamo nemmeno uno spiraglio.

Non ti capita di sentirti usato? Come fossi una marionetta nelle mani del più abile dei marionettisti e facessi tutto assecondando desideri e bisogni non tuoi, riempiendoti la testa di idee e pensieri non tuoi ma di chi ti controlla. 

Sarebbe più facile, pensare che ci sia qualcosa che ci obbliga a fare determinate scelte ma la consapevolezza, la stradannata consapevolezza, del nostro essere è una benedizione maledetta. È un bene, un tormento, un male incurabile che sfonda qualsiasi illusione e ci rende liberi.
Non ti capita mai di sentirti completamente solo?

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